Gian Luigi Rondi, nato a Tirano nel 1921 è stato il critico cinematografico italiano più famoso nel mondo. Nel 1945 dirige la rivista «Teatro» e collabora con Silvio D’Amico alla redazione di biografie teatrali e cinematografiche per la «Enciclopedia dello Spettacolo» da lui stesso diretta. Dal 1948 è corrispondente del quotidiano francese «Le Figaro», dei periodici francesi «Cinémonde» e «Le Film Français», del periodico belga «Cinérevue». Nel 1949 è per la prima volta membro della giuria alla Mostra internazionale d’arte ci-nematografica di Venezia (X edizione). Negli anni Cinquanta concentra la sua attività di sceneggiatore e collabora con registi come Georg Wilhelm Pabst, Joseph L. Mankiewicz, René Clair, Jean Delannoy e Ladislao Vajda. Contribuisce alla realizzazione di alcuni documentari di carattere storico e biografico e ne firma anche alcuni come regista. La sua fama e autorevolezza sono sempre più internazionali come testimoniano la partecipazione alle giurie dei più grandi festival di tutto il mondo: Berlino (1961), Cannes (1963), Rio de Janeiro (1965), San Sebastian (1968). Nel 1970 fonda il «Festival delle Nazioni di Taormina» del quale è anche il primo direttore artistico. Nel 1988 è nominato membro del Consiglio direttivo della Biennale di Venezia e dal 1993 al 1997 ne ricopre la carica di Presidente. Dal giugno 2008 al febbraio 2012 è Presidente della Fondazione Cinema per Roma, sovraintendendo al Festival Internazionale del Film di Roma. È stato presidente dell’Ente David di Donatello e Commissario straordinario della Siae. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Quaderni della Mostra di Venezia (1951), Cinema Italiano Oggi (1952 e 1966), La Regia (1955), Renoir (1970), Sette domande a quarantanove registi (1975), Il cinema dei maestri (1980), Un lungo viaggio (1998), Prima delle Prime (1998), Kurosawa, Bergman e gli altri (2000). Con convenzione del 17 ottobre 2002, Gian Luigi Rondi dona alla Cineteca Lucana il fondo cinematografico presente presso la propria biblioteca.
Il materiale è sistemato in faldoni telati all’interno dell’Archivio della Cineteca a lui intitolato. Si tratta di materiale eterogeneo che va dal 1947 al 1986 e comprende libri, riviste, foto, documenti su festival e manifestazioni, oltre alla corrispondenza con cineasti ed attori di tutto il mondo tra i quali Federico Fellini ed Ingrid Bergman. Il materiale è organizzato e in via di schedatura. I faldoni “Cinema”, ordinati per nazionalità (danese, finlandese, francese, giapponese, greco, indiano, iugoslavo, spagnolo, sovietico, svedese, svizzero, ungherese, ecc.), contengono varie riviste del settore, pubblicate in lingua originale, come ad esempio la rivista ungherese Hungarofilm Bullettin o la rivista elvetica CinéBullettin; i faldoni “Notiziari”, ordinati per nazionalità, contengono i comunicati e le rassegne stampe in lingua originale; i faldoni “Biografie”, organizzati per nazione e per nome, rispettando l’ordine alfabetico dei vari personaggi del mondo del cinema, contengono articoli di giornali, appunti e corrispondenza; ad alcuni personaggi, come “Blasetti”, “Fellini” e “Bergman”, sono dedicate intere cartelle; i faldoni “Festival”, comprendono articoli di giornali, schede di film, foto, appunti sui festival di Adelaide, Berlino, Cannes, Chicago, Cork, Locarno, New Delhi, Parigi, S. Sebastian, Teheran, Thessaloniki, Venezia, ecc. Ci sono poi i faldoni contenenti i vari numeri di riviste cinematografiche come: L’Avant-scène, Cahiers du cinéma, Cinema Papers, Cinéma Quebec, Cinema 60, Ecran, Jeune cinéma, Monthly Film Bullettin, Nouveau cinéma canadien, Positif, Sight & Sound, Revue belge du cinéma, Revue du cinéma. Dopo la sua scomparsa il 22 settembre 2016, i due figli del grande critico, che da sempre vivono in Francia, hanno consegnato personalmente alla Cineteca Lucana tutto l’archivio Rondi presente nella sua casa di Roma in Via Bertoloni confermando così la volontà del padre di accorpare l’ingente patrimonio di libri, documenti, onorificenze e premi prestigiosi, tra cui la Legione d’Onore, che gli sono stati dedicati per rendere omaggio alla sua straordinaria attività di critico cinematografico.